Dottor Gianfranco Aprigliano

ABC DEL CUORE

FATTORI DI RISCHIO

Trattamento mininvasivo dell’insufficienza mitralica o tricuspidalica con tecnica TEER

L’insufficienza della valvola mitrale è una incapacità della valvola di chiudersi adeguatamente, lasciando quindi refluire il sangue all’indietro verso l’atrio invece che al di fuori del cuore, ossia nella circolazione sistemica.

Quando l’insufficienza valvolare diventa severa, il cuore deve esercitare un lavoro molto maggiore per poter garantire la stessa efficienza.
In tali casi il paziente inizia a presentare difficoltà nell’eseguire sforzi sempre meno intensi, facile affaticabilità e mancanza di respiro (dispnea).
Quando questi sintomi compaiono anche a riposo si verifica una condizione di scompenso cardiaco che richiede una rapida ospedalizzazione.

Nel caso dell’insufficienza mitralica questo accade perché il sangue ristagna all’indietro nell’atrio e poi nel circolo polmonare, aumentando le pressioni e favorendo la fuoriuscita di liquidi nei polmoni che, intrisi di liquidi, non riescono più ad espandersi e a ossigenare il sangue.

Tecnica di riparazione della valvola mitrale

La valvola mitrale è un organo molto complesso perché costituito da due lembi (anteriore e posteriore) attaccati ad un complesso sistema di tendini (corde tendinee) e un anello che la collegano al ventricolo sinistro. I meccanismi con cui la valvola può diventare insufficiente sono molteplici e in base al tipo di alterazione può essere scelta la tecnica di riparazione. In casi di estremo danneggiamento dei lembi o del ventricolo la valvola può non essere riparabile ma deve essere sostituita con una valvola protesica di tipo meccanico o biologico a seconda dell’aspettativa di vita del paziente.

Le tecniche di riparazione possono essere di tipo chirurgico o di tipo percutaneo

La tecnica di riparazione chirurgica consiste in un intervento di cardiochirurgia in cui si apre il torace, si arresta il cuore e si collega preventivamente il corpo ad una macchina che svolge temporaneamente la sua funzione (circolazione extracorporea) per garantire l’ossigenazione degli organi durante l’intervento. Il cuore viene quindi aperto e la valvola viene riparata.
I sistemi sono differenti come abbiamo detto in base al difetto.
In generale si possono ridurre le dimensioni di un lembo, ridurre la dimensione del ventricolo utilizzando un anello da posizionare intorno alla valvola per far “avvicinare” i lembi, reimpiantare delle corde tendinee rotte o infine saldare i due lembi in un punto mediante una sutura.
Questa ultima tecnica, chiamata “Alfieri Stich” dal nome del suo inventore (un noto cardiochirurgo Italiano che ho avuto l’onore di conoscere) è la più efficace, semplice e risolutiva che esista e pertanto la più utilizzata.

Alfieri Stich in posizione centrale
Teer Mitralica

Dal 2010 circa è disponibile una tecnica di riparazione della valvola mitrale detta TEER, completamente percutanea, ossia fattibile senza alcuna incisione chirurgica, senza aprire il torace, senza utilizzo di circolazione extracorporea che mima perfettamente l’Alfieri Stich. Questa tecnica, effettuata in mani sapienti, ha rivoluzionato il modo di trattare l’insufficienza mitralica perché ha consentito di trattare pazienti anche molto fragili, anziani, abbattendo i rischi operatori e garantendo un rapido recupero perché non necessita di alcuna riabilitazione.

La tecnica di riparazione percutanea TEER (transcatheter edge-to-edge repair) consiste nell’applicare una clip, ossia una “molletta” a cavallo tra i due foglietti della valvola mitrale, restringendo significativamente l’orifizio e quindi limitando notevolmente o abolendo l’insufficienza.

Tale tecnica si effettua praticando un piccolo forellino (5 millimetri) a livello della vena femorale e risalendo sino al cuore destro. Da qui, si effettua un piccolo forellino nell’atrio destro consentendo di arrivare all’atrio sinistro. In questa posizione si domina la valvola mitrale guardandola dall’alto. Si avanza il dispositivo sino a cavallo dei due lembi e si effettuano prove di chiusura della “molletta” sinché si trova quella che garantisce la maggiore tenuta senza altri effetti non desiderati.

Una volta che siamo sicuri della posizione e del risultato la molletta viene rilasciata ed il sistema rimosso.
Durante tutto l’esame il cuore (e quindi il funzionamento della valvola mitrale) viene osservato con una ecografia trans esofagea che permette di avere sotto controllo tutte le fasi dell’intervento.
La tecnica dura circa 2 ore e richiede una degenza media di 3-5 giorni a seconda delle condizioni generali del paziente.

La medesima tecnica TEER può essere applicata, con dei dispositivi similari, anche alla riparazione della valvola tricuspide, che spesso non viene convenzionalmente riparata per gli elevati rischi operatori.

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